DIETA CHETOGENICA PER EPILESSIA

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È stato provato che la dieta chetogenica fornisce un valido supporto a chi si trova in una condizione di epilessia.
Chi intraprende questo tipo di regime alimentare, infatti, può assistere a una riduzione degli attacchi fino all’85% dei casi.

A confermarlo gli esperti intervenuti all’ultimo convegno “Dieta Chetogenica. Stato dell’Arte Esperienza Italiana” organizzato dal Gruppo di Studio “Dietoterapie in Epilessia” della Lega Italiana contro l’Epilessia presso l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù di Roma.

Come funziona, quindi, la dieta chetogenica nei casi di epilessia di adulti e bambini lo vediamo in questo approfondimento.


Chetogenica per l’epilessia: sì, ma quando?

È bene evidenziare da subito che, come in qualunque altro caso, anche in presenza di epilessia la dieta chetogenica può essere considerata come un’abitudine da adottare ciclicamente e periodicamente, ma non costantemente.

Come risaputo, alimentarsi al meglio contribuisce a migliorare le condizioni di benessere.
In particolare modo una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati come la chetogenica apporta benefici sull’attività neurale anche e soprattutto qualora la terapia farmacologica risulti meno efficace.


Come funziona la chetogenica in caso di epilessia?

La rivista Epilepsy Research  ha confermato la tesi secondo cui la condizione di digiuno previene la frequenza e l’entità delle crisi epilettiche. Ciò avviene poiché l’organismo produce corpi chetonici in abbondanza, e queste sostanze interferiscono con l’attività di alcune aree cerebrali, in particolare controllando le scariche elettriche alla base dell’epilessia.

In concreto: la dieta chetogenica prevede l’apporto quotidiano del 75% di calorie da grassi, del 5% da carboidrati e del 20% da proteine.

Quindi la maggior parte della razione è composta da lipidi, poi proteine e infine da glucidi; una percentuale molto diversa dall’amata dieta mediterranea.
Ecco che anche nei reparti ospedalieri di Neurologia, dove si trattano casi di epilessia, si avvalgono della consulenza di esperti nutrizionisti che propongono piani alimentari ad hoc che aiutino i pazienti a mantenere il proprio status di salute anche a casa.


Esempio menu dieta chetogenica per l’epilessia

La dieta chetogenica ha “effetto sedativo” nei confronti delle crisi epilettiche.
Ciò avviene proprio per via del meccanismo della chetosi fisiologica, per cui acetone, acetoacetato, D-Beta-idrossibutirrato vengono richiamati per nutrire il cervello.

In presenza di epilessia sono quattro le tipologie di chetogenica particolarmente indicate ovvero la Classica, la MCT, la Atkins modificata e la LGIT (tutte illustrate nella nostra Superguida dedicata alla dieta chetogenica).

Come anticipato, quindi, il benessere di chi è affetto da epilessia parte proprio dalla tavola.
Ecco un esempio di menu per capire come e cosa mangiare per stare meglio.

COLAZIONE 

Omelette con feta e broccoli:

  • 3 uova
  • 50 grammi broccoli
  • 20 grammi di feta
  • Un filo d’olio EVO

PRANZO 

Petto di pollo con melanzane:

  • 200 grammi di carne
  • Mezza melanzana 
  • mezza cipolla
  • un filo d’olio EVO
esempio settimana dieta cheto

CENA

Hamburger con insalata:

  • 100 grammi di carne di manzo
  • Mezzo avocado
  • Mezzo pomodoro
  • 100 grammi rucola
  • Un filo d’olio EVO

Epilessia bambini: cosa c’è da sapere

Più precoce è l’inizio del trattamento con la dieta chetogenica e maggiore è la possibilità di successo.
Nel caso dei bambini la chetogenica può proseguire anche per un periodo di due anni, a meno che non compaiano effetti collaterali (nausea, vomito, stipsi, difficoltà respiratorie, …).

Certo si tratta di un regime piuttosto rigido, ricco di cibi quali uova e proteine in genere, povero di frutta e soprattutto carboidrati e zuccheri, che risultano quasi assenti.
Per un bambino, quindi, potrebbe essere piuttosto complesso soprattutto nella fase iniziale intraprendere questo tipo di dieta; ma con qualche “stratagemma” è possibile renderlo più creativo e accettabile.

Un altro aspetto fondamentale è il fatto che la dieta chetogenica si basa su tre pasti principali e gli eventuali spuntini (uno mattutino e uno pomeridiano) vanno attentamente valutati con l’équipe di esperti che segue il paziente.

esempio settimana dieta cheto

Ultima, non per importanza la ragione per cui la dieta chetogenica sarebbe particolarmente indicata in caso di epilessia.
Secondo una ricerca condotta negli anni scorsi dalla Johns Hopkins University negli Stati Uniti, infatti, la keto funzionerebbe in quanto riduce l’eccitabilità e la trasmissione nervosa grazie all’azione dei corpi chetonici.


Epilessia adulti: cosa c’è da sapere

La dieta chetogenica ha successo anche negli adulti, permettendo di ridurre significativamente i sintomi epilettici.

A prescindere dalla tipologia dell’epilessia (occasionale, congenita o acquisita), questa strategia alimentare permette di lavorare su due aspetti importanti ovvero l’impedimento dei picchi insulinici e l’ossidazione dei grassi.

Cosi come per i bambini, la chetogenica si rivela molto utile soprattutto nei casi di resistenza alla terapia farmacologica ma dev’essere ciclizzata.


Cosa non devono mangiare gli epilettici in chetogenica?

I carboidrati devono essere praticamente eliminati.
Lo stesso vale per le bevande alcoliche e zuccherate, così come quelle che contengono caffeina e teina.

Sconsigliato lo zucchero in genere, in tutte le sue forme: bianco e di canna, sciroppo d’acero, di carrube, di mais, d’agave, caramello, miele. Oltre a tutti gli alimenti che contengono fruttosio, glucosio, maltosio e destrosio.

Banditi i cereali quali grano, avena, tutti i tipi di riso, quinoa, cous cous e mais. Lo stesso per le patate.

Anche la frutta è quasi esclusa dalla dieta chetogenica, soprattutto quella molto zuccherina, come mango, papaia, banane, arance e mele.

Cosa evitare per chi soffre di epilessia?

Oltre a determinati cibi, è raccomandabile per chi ha l’epilessia evitare alcuni comportamenti o dinamiche che possono favorire l’insorgere delle crisi.

Tra questi:

  • Stress eccessivo
  • Assenza di sonno o ore/qualità di sonno insufficienti
  • Abuso di alcolici e/o droghe
  • Esposizione a luci intermittenti o sfarfallanti
  • Variazioni ormonali importanti
  • Infezioni trattate non adeguatamente 



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